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Nono dono: rinnovo della libertà egoisticale in sacrificale.
Diagnosi ancor più approfondita:
1) Nuove generazioni lanciate insieme sulla via del piacere;
noi a pregare.
2) Eliminanti la fede; ma non riconosciamo la nostra asacrificale.
3) Affossano l’autorità; non la riconosciamo falsa, perché
non è sacrificale.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la libertà egoisticale,
ed ecco uscir fuori la libertà sacrificale. Libertà è:
potere, ed esercizio di esso. Libertà egoisticale: potere
proprio dell’amore egoisticale ed esercizio di esso.
Fondato da Satana sul sentire, sul piacere e sul mio acconsentire.
L’esercizio di esso è assicurato dal piacere dell’amarmi,
dall’Agente della morte dell’amore e dal mio
spontaneo acconsentire. Presente in tutti e uguale per tutti.
Il potere non varia; le variazioni sono nel suo esercizio. È
la libertà di esercizio che fa essere vistosamente diverse
due generazioni: le nuove e le vecchie.
1) Nelle vecchie: povertà di ambiente, di persona, dava un
sentire di piccolezza di fronte a un’autorità che poteva
grandeggiare proprio nel campo religioso e morale, con
una sorveglianza, un contenimento e un soffocamento che
riduceva decisamente la libertà egoisticale d’esercizio.
2) Il superamento di quelle povertà e grandezze ha scatenato
nelle nuove generazioni una esplosione a catena della
libertà egoisticale di esercizio. Di fronte alla loro crescita
egoisticale inevitabile, si pone un gravissimo vuoto
sacrificale nelle vecchie generazioni: manca completamente
in loro l’umile risposta sacrificale. La libertà egoisticale
la si supera solo con la sacrificale. Crescita egoisticale
da una parte, vuoto sacrificale dall’altra.
Le nuove generazioni fotografate in quel carico enorme
che vanno accumulando: la crescita egoisticale: non frenabile,
non contenibile, non demolibile. Le vecchie generazioni
possono venire in aiuto solo col sacrificale che i figli
impongono ai genitori. Sono invece i genitori a soffocare
ed eliminare il sacrificale. Il Padre ci chiama al sacrificale,
ma noi ci rifiutiamo; la sua volontà non la accettiamo.
Ed ecco allora una diagnosi:
1) Le nuove generazioni sono lanciatissime sulla superstrada
del piacere. Impegni professionali per una vita
piacerata. Poi eliminazione di ogni impegno e fuori da
ogni regame abilità con la immissione nello sbocco
drogale. Così la libertà egoisticale mostra il suo vero
volto micidiale: piacere e potere della morte fisica lenta
e progressiva. E giù a pregare perché il figlio si decida
a sdrogare. E il Padre non ci ascolta perché voi al sacrificale
non ci volete andare.
2) Le nuove generazioni vanno spegnendo ogni fede religiosa
trasmessa da una parola d’autorità ecclesiale. Ma
voi non volete riconoscere che la vostra fede è asacrificale:
non accoglie e non vuole il sacrificale.
3) Le nuove generazioni vanno affossando ogni forma di
autorità: famigliare, religiosa, ecclesiale e divina. E chi
mai di noi vuole convincersi che noi siamo gestori di
una autorità falsa, non vera?
L’unica vera è quella Paterna e Figliale: ma l’una e l’altra
sono sacrificali; ma noi, non la vogliamo una simile autorità.
Non ci correggiamo d’autorità sbagliata; così non
diamo alcun aiuto al travaglio e alla gestazione generazionale.
Poco è chiamare travaglio. Quella in atto è la più
grande rivoluzione mai avvenuta: quella generazionale.
Ora mi fa ridere la rivoluzione del comunismo che puntava
al dominio universale. La rivoluzione egoisticale d’occidente
non appena si è presentata all’oriente, fu subito
assimilata e in un colpo ha incenerito un colosso d’acciaio:
il potere egoisticale è la vera rivoluzione. La si supera
solo con una massa che vive il sacrificale.

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