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Ottavo dono: la pace rinnovata.
Gli agenti della fisica morte mi sono contro la vita e contro
la pace. Noi vogliamo vivere in pace per godercela. È una
pace egoisticale, la nostra; molto diversa da quella di Cristo.
La egoisticale è dal mondo. La sacrificale è da Cristo.

Pneumatica magia quella dei visuato Paterno che tocca,
trasforma e rinnova il vecchio fideato. L’elenco delle cose
rinnovate si va arricchendo: ‘Un battesimo cresimato
Figliale cosciente rinnovato, un peccato rinnovato, una
morte fisica rinnovata, una Medicazione rinnovata, una
Eucarestia rinnovata, una Messa rinnovata, una sacrificalità
fisica rinnovata, una guerra (un male giusto) rinnovata’.
Dal sacrificio suo mangiato io attingo la sacrificalità
mia: quella di libera scelta: odiarmi per lasciarmi odiare.
Con questa sacrificalità prendo ad amare quella di necessità
fisica, che Satana è riuscito a farmi cordialmente odiare.
Ora so che il Padre l’ha affidata al corpo mio, al creato
suo, ai fratelli nostri.
La loro azione di morte fisica può essere individuale, associata,
istituzionalizzata: ed è la guerra (male giusto).
Neppure uno di questi agenti della morte fisica lo sento
amico; li sento tutti contro e io mi sento contro di loro.
Prima di togliermi la vita mi tolgono la pace del mio vivere.
Io voglio vivere in pace. Voglio che il godimento della
vita presente non sia né disturbato né stracciato. Entriamo
così a parlare di quella pace, cui Satana mi ha fatto anelante
per istinto. La vogliamo tutti, a qualsiasi età. ‘Perché
non dovrei goderla? La si vive una sola volta questa vita!’.
Tutti la vogliamo. Operativamente la rincorriamo affannosamente,
la difendiamo disperatamente e non vorremmo
mai che fosse soccombente; la vorremmo sempre vincente.
Una volta tanto l’inganno di Satana viene a galla. Visto
che la nostra pace è tanto meschina e ridotta, allora diamo
coltivazione intensiva giorno per giorno: ‘carpe diem’:
godi la giornata! Ma che pace è la nostra cui aneliamo con
tutte le nostre forze? A fare distinzione tra pace e pace ci
ha pensato Gesù stesso. Lo ha fatto nel dialogo confidenziale
che ha passato con i suoi apostoli nel Cenacolo la
sera del Giovedì Santo. Ecco come pone la distinzione.
Prima pone davanti alla loro mente la sua pace perché
l’abbiano a considerare attentamente: è la pace che sta per
fluire dalla sua croce. ‘Vi lascio la pace’. Non solo la pace
davanti da ammirare, ma si dice pronto a farla scorrere in
ciascuno di loro. ‘Vi do la mia pace’. Ma poiché ognuno
di loro ha già fatto esperienza di una pace diversa, allora
pone in chiaro una modalità diversa. Uno la dà in un
modo; io ve la do in un modo diverso. ‘Non come la dà il
mondo io la do a voi’. Gesù afferma due paci diverse:
1) Una è dal mondo, l’altra è da Cristo.
2) Il mondo è quello posto nel Maligno; Gesù è posto nel
Padre.
3) Il mondo la dà in un modo; Gesù la dà in modo diverso.
4) Quella del mondo la si dà con una forza immanente
nell’uomo: l’amore egoisticale.
Quella di Cristo la si ha con una forza che è data tutta dall’amore
sacrificale. Due distributori contrapposti: il
mondo e Gesù. Due paci contrapposte: diamo a ciascuna
il nome che le si addice: il mondo dà solo una pace egoisticale;
Gesù dispone solamente della pace sacrificale.
Andranno a confronto, perché la scelta sia fatta in maggiore
libertà. Confronto iniziato.

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