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Nono dono: libertà rinnovata: da egoisticale a sacrificale. In
tutti il potere egoisticale, e uguale in tutti. Ma non la libertà
di esercizio. Nelle vecchie generazioni sia la povertà che la
piccolezza, che l’autorità sorvegliante, contenitrice e punitrice
la limitava. Oggi è scoppiata la libertà egoisticale; la
porteremo presto al visuato se noi accetteremo il sacrificale.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la libertà egoisticale
ed ecco uscir fuori la libertà sacrificale. Libertà è:
potere ed esercizio di esso. Libertà egoisticale è il potere
proprio dell’amore egoisticale ed esercizio di esso. Il potere
egoisticale Satana ce lo ha collocato:
1) Nel sentire che mi viene fornito dall’amore Paterno.
2) Nel piacere che è il sapore proprio dell’amore divino.
3) E nel mio acconsentire: che il sentire di piacere riesce
sempre ad ottenere.
L’esercizio del potere egoisticale dispone di tre elementi
che concorrono sempre prontamente:
1) Il piacere dell’amore egoisticale che mi brucia con una
fiammata fulminea le resistenze divine e umane: le
divine sono quelle che si sono composte in coscienza
umana e cristiana: in conoscenza convinta. Le umane
sono date dalla gravità di un piacere, dalle conseguenze
e dalle sconvenienze sociali, famigliari e personali
(vedi trasmissione dell’AIDS).
2) Azionato dall’Agente della morte dell’amore.
3) Sempre acconsentito.
Il potere egoisticale c’è in tutti. In una sola donna Satana
non l’ha potuto impiantare: in Maria, per la sua concezione
battezzata e cresimata non infernalizzata. Il potere egoisticale
è identico nell’umanità: la iniziale, la mediana e la terminale.
Può solamente variare l’esercizio di esso. È a questo
punto che dobbiamo parlare di una duplice libertà egoisticale:
la libertà di potere e la libertà di esercizio. Quella di
potere rimane inalterata. Quella di esercizio va soggetta a
variazioni vistose. Arriviamo così a fare l’incontro col vasto
e profondo cambiamento che è in atto nelle nuove generazioni.
Stiamo attenti a non disprezzare e a non liquidare i
cambiamenti in atto. Lo fanno i cristiani maturi che con un
dire di malcelata sicurezza religiosa vanno sentenziando
con una punta di micidiale veleno: ‘Cambia la gente, ma il
Signore è ancora quello, non è cambiato’. Per far risaltare
meglio il cambiamento in atto nelle nuove generazioni
poniamole a confronto con le vecchie generazioni.
1) Nelle generazioni avviate al tramonto, ecco come si
presentava l’esercizio del potere egoisticale. Era assai
limitato per una povertà d’ambiente che teneva la persona
a un livello intellettuale e sociale molto basso. La
povertà di persona produceva un sentire di necessità: ci
sentivamo piccoli davanti alla grandezza d’autorità. La
grandezza di autorità poteva esercitare sulla nostra piccolezza
una sorveglianza continuata, un contenimento
sicuro e deciso alla libertà di esercizio, e interventi
punitivi su ogni fuga che il potere egoisticale riusciva a
realizzare. Soffocamento più dall’esterno che dall’interno
della libertà di esercizio egoisticale.
2) Di fronte alle vecchie generazioni stanno giganteggiando
le nuove. Superata la povertà d’ambiente ha preso il
via una corsa egoisticale che sta producendo una vertiginosa
crescita egoisticale. Non più piccola, ma grande;
non più contenuta, ma scatenata; non più punita, ma
punitrice. Facile capire che l’autorità, qualsiasi, vivente
per il sentire della piccolezza umana, oggi stia morendo,
sotto i colpi di una crescita egoisticale. Chi la conduce la
crescita egoisticale? La conduce il Padre Agentato.
Irreversibile perché le conduce al visuato Paterno. I guai
sono nelle nuove generazioni. Ma i più gravi sono nei loro
genitori, chiamati al sacrificale dai figli, e non lo accettano.
Accettare è accelerare il visuato. Noi dal Figlio al
Padre; ma loro dal Padre al Figlio.

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